Monaco e poi diacono


Gregorio a 38 anni circa sceglie la semplicità del giusto, cioè la sapienza evangelica, ed accetta di essere deriso dai sapienti di questo mondo; di più, sente la vocazione monastica, decide di cercare Dio e di dedicarsi totalmente al suo servizio. E questa ricerca essenziale ha come base la Parola di Dio, letta, meditata, ruminata incessantemente; così, sull'esempio il di S. Benedetto, Gregorio lascia la porpora, veste il rude saio monastico e si ritira nel monastero di Sant'Andrea al Celio, che aveva fondato trasformando il suo palazzo.
La pratica fondamentale del monastero era la “lectio divina” e Gregorio ricorderà sempre il tempo passato nel monastero di Sant'Andrea come il più felice della sua vita. E tuttavia Gregorio ritornerà spesso sulla prova e la tentazione che attendono coloro che cercano Dio con cuore sincero e certamente anch'egli, come tutti i mistici, conobbe la “notte oscura”, e ben presto, alla scuola del Vangelo, si convinse che la via che conduce alla Vita è angusta e la porta stretta.
Così, proprio quando Gregorio credeva di aver raggiunto il porto e si sentiva sicuro nella pace tanto sospirata del monastero, la sua barca venne ricacciata in alto mare in balia delle onde, cioè degli affari secolari: infatti un giorno papa Benedetto I mandò a chiamare il monaco Gregorio, perché gli sembrò l'uomo più adatto ad assumere l'ufficio di diacono in una delle sette “regioni” o circoscrizioni in cui era stata divisa Roma. I diaconi allora erano scelti tra le persone che dessero il massimo affidamento sia per moralità sia per capacità amministrative, dovendo provvedere al ministero pastorale e alle necessità dei poveri, degli orfani e delle vedove.
Ecco come descrive questo momento al suo amico Leandro di Siviglia: “ ... La virtù dell'obbedienza mi costrinse ad assumere il ministero dell'altare col pretesto di rendere un migliore servizio alla Chiesa; ma se potessi rinunciarvi senza recar danno ad alcuno, lo farei, fuggendomene un'altra volta”. E' proprio vero: i disegni di Dio non sono i nostri; le sue vie non sono le nostre vie!




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